Oggi con Photoshop non esiste più la fotografia
Eccolo qui l’altro grande tabù della fotografia contemporanea: Photoshop! A tutti è capitato di criticare un’immagine perché palesemente artefatta col computer. Quasi che la realtà (un concetto alquanto ambiguo in fotografia) sia migliore della sua rappresentazione. E mi ricollego al primo post della serie “Luoghi comuni in fotografia” quello sulla dicotomia fotografia analogica vs fotografia digitale: alla camera oscura e alle sue infinite possibilità creative ed interpretative da un punto di vista artistico: durante la mia esperienza dal vivo ad un certo punto Renato Corsini ha estratto strani oggetti per fare delle mascherature. E non ci si ferma lì: collage, pennellate, manipolazioni.
Se anche il Metropolitan Museum di New York ha tenuto una mostra intitolata “Faking It: Manipulated Photography Before Photoshop” qualcosa di vero ci dev’essere nell’idea che il fotoritocco non l’abbiano inventato le software house 🙂
La mostra di New York mostra quanto già alle origini della fotografia il concetto di realtà fosse illusorio e relativo. E il tentativo di convincere uno spettatore, sicuramente più ingenuo visivamente di oggi, con immagini surreali che vanno contro il verosimile, oggi non solo sorprende e affascina, ma dovrebbe anche fare riflettere i pasdaran della fotografia analogica “non manipolata”.
D’altronde se la Adobe, la casa produttrice di Photoshop, ha chiamato Lightroom , ossia camera chiara, uno dei loro prodotti di punta per i fotografi, un motivo ci dovrà pur essere.. E non credo che abbiano letto tutti l’omonimo saggio di Roland Barthes.
Il link alla mostra su Photoshop Vintage al Metropolitan Museum di New York
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